Signalis, elogio della ripetizione
Ogni anno mi piace portare
sulla mia pagina almeno un titolo horror. Questo perchè penso si
debba sdradicare il pregiudizio per il quale solo percorsi lineari ed
esperienze positive e allegre portino ad un equilibrio e a solidi
apprendimenti.
Di fatto, sono proprio le esperienze più
destabilizzanti a portare ad una maggiore conoscenza e consapevolezza
di sè.
Un videogioco horror – ben fatto! - suscita paura,
repulsione e tensione. Si naviga spesso nel buio, senza sapere
esattamente cosa si troverà dietro quella porta. I videogiochi
horror, in tal senso, ci mettono di fronte ad uno dei meccanismi più
radicati e naturali dell'uomo: la famosa reazione "fight or
flight", cioè "combatti o fuggi". Tale meccanismo è
una risposta fisiologica del nostro organismo a situazioni percepite
come un pericolo. Questa reazione, fintantochè non si verifica in
modo indiscriminato nella nostra quotidianità, ci dice che siamo
pronti a difenderci e a mettere in atto la strategia migliore per la
nostra incolumità.
Non solo: sperimentare l'orrore in un ambiente
protetto, quale è quello simulato, consente di lavorare sulla
propria emotività sapendo di non essere davvero in pericolo, sapendo
che qualsiasi scelta può essere elaborata, sperimentata ed
eventualmente rivista e messa in atto in modo diverso, se non
efficace.
Faccio questa premessa, per giustificare – qualora ce ne fosse bisogno – la scelta di portare l'horror su una pagina che tratta contenuti educativi e legati alla crescita personale. Vi lascio comunque in coda all'articolo alcuni link di approfondimento.
Con il titolo di oggi si
vanno ad aggiungere altri buoni motivi per giocare un titolo horror.
La narrazione in Signalis
La storia alla base di Signalis sembra semplice ma non lo è per niente (e non aiuterà molto sapere che si gioca in Inglese, tenetelo a mente). Siete Elster, una Replika, in cerca della compagna dispersa a seguito dello schianto della vostra navicella spaziale. Il viaggio inizia e si complica in quello che sembra un campo di addestramento e di lavoro in mezzo al nulla, presumibilmente legato ad un governo autoritario. Sembra non esserci nessuno, ma si scoprirà che non è così, grazie ad una serie di annotazioni sparse nelle varie stanze che ci si trova ad esplorare. Attraverso la lettura di queste note si ricostruiscono faticosamente gli eventi che hanno portato questo luogo e i suoi abitanti alla rovina, ma anche le rigide regole a cui le reclute non potevano sottrarsi senza subirne le conseguenze. Elster è costretta ad andare sempre più in profondità – fisicamente ed emotivamente – per capire cosa sia successo e come salvare la propria compagna.
Non dirò di più perché è giusto che siate voi giocatori a mettere insieme i pezzi di questa intricata e oscura storia.
Perchè e come Signalis educa e forma
Questo titolo è intrinsecamente e fisiologicamente ripetitivo. Non solo i protagonisti sono in gergo dei Replika, delle copie di qualcosa, ma il gioco stesso è un enorme omaggio all'universo horror che l'ha ispirato. Facendo rapide ricerche si possono trovare contributi di utenti e players che hanno raccolto le varie citazioni presenti in questo titolo, e vanno ben oltre il panorama videoludico (ad es. Silent Hill o Resident Evil, riferimento più espliciti): si parla di Ghost in the Shell, Alien, gli scritti di Lovecraft, Evangelion, Blade Runner e via dicendo...Personalmente non ho trovato fastidioso questo replicare modelli precedenti, e anzi è un atto di amore e riconoscenza verso un passato senza il quale questo stesso titolo non avrebbe visto la luce. Infine, la ripetizione è nel gameplay stesso: si è costretti spesso a tornare sui propri passi, non solo per finalità esplorative ma anche perchè è caldamente consigliato tornare al punto di salvataggio per mettere al sicuro i progressi ed eventualmente scegliere quali armi e oggetti lasciare o portare con sè. In questo caso, la ripetitività dei movimenti e il backtracking risultano funzionali all'acquisizione di una maggiore conoscenza dei luoghi, con una riduzione progressiva del margine di errore. Può risultare noioso qualche volta ma col tempo si notano i benefici di questa scelta.
In merito agli oggetti,
l'equipaggiamento in dotazione non è illimitato e si devono fare
delle valutazioni strategiche. Sarà frustrante scoprire che
quell'oggetto che avete lasciato nel deposito per portare uno spray
medicale in più vi serve quando meno pensavate, ma la curiosità di
andare avanti e scoprire cosa accadrà dopo tiene viva la
motivazione.
Sarà anche un po' fastidioso scoprire che
l'inventario è pieno e non potete collezionare quell'artefatto
interessante davanti a voi. In questa avventura serve molta pazienza.
La cosa oggettivamente interessante è che la scelta di portare
con sè solo pochi oggetti è giustificata narrativamente da una
Legge del governo servito dai Replika. Anche questo dato è
esplicitato in una nota. Lo storytelling è quindi centrale in questo
titolo.
Signalis offre anche due diversi orientamenti nell'affrontare i combattimenti: si può abbattere l'ostacolo o aggirarlo. Se non si corre o non si tiene accesa la torcia al momento sbagliato, è possibile non essere visti, riuscendo così anche a risparmiare munizioni. Questo non è un aspetto secondario dal momento che i colpi si esauriscono facilmente e trovare nuove munizioni non è scontato sempre e ovunque. Ad ogni modo, sta a voi scegliere come agire. E vi anticipo che alla fine del gioco la questione avrà un suo peso.
Volendo riassumere i
benefici dell'esperienza di gioco in Signalis, direi che in primo
luogo è un titolo che richiede un pensiero strategico e un'attenta
valutazione di cosa sia prioritario fare. In secondo luogo, è un
titolo di grande complessità narrativa, il che spinge a prestare
attenzione a tutto quel che si può leggere per mettere insieme i
pezzi del puzzle. Mai come in questo caso, leggere diventa una
decodificazione di informazioni solo parzialmente comprensibili.
E
a proposito di puzzle, ce ne sono molti e tutti mediamente complessi,
non tanto nell'operatività in sè quanto nel comprendere l'obiettivo
dell'enigma stesso. Occorre fermarsi e osservare con attenzione i
dettagli visivi della scena per avere indicazioni sul da farsi.
Ancora, la cura nella resa di un'atmosfera cupa e claustrofobica,
spinge ad esplorare con fermezza e autocontrollo. Un movimento lento
può salvare la vita del personaggio, ma altrettanto vale per i
movimenti veloci a cui si è obbligati quando si è circondati da
molti nemici in uno spazio angusto. Si mette da parte il panico per
ritrovare la via d'uscita e per restare vivi, e per farlo non bisogna
essere sovrastati dalle emozioni.
Per concludere
Consiglio di provare il titolo anche da non amanti del genere, con una dovuta accortezza, cioè restare in ascolto delle proprie sensazioni. Se ci si sente sovraccaricati e in difficoltà nella prosecuzione del gioco, è meglio fermarsi e valutare se è davvero il titolo giusto. Anche questo è crescere, cioè confrontarsi con limiti e dubbi: sappiate che Signalis offre un'esperienza di gioco profonda e coinvolgente, ma richiede in cambio attenzione e pazienza.