Roe v. Wade, un diritto in discussione
Mi sono occupata di interruzione volontaria di gravidanza, per la prima volta, durante gli anni della laurea magistrale, tra attivismo e studio. Si tratta di un tema che non riguarda solo le donne, ma anche gli uomini. Non tanto perché altri, all'infuori della diretta interessata, possano decidere su una materia tanto delicata, ma perché quando si parla di aborto si parla altresì di diritti riproduttivi (che riguardano anche la coppia) e di regolazione della vita sessuale.

· Dimostrava l'iniquità che si celava dietro la pratica abortiva, spesso considerata un business sia per i medici che, clandestinamente, si facevano pagare profumatamente per portare a termine la procedura, sia per le cliniche private. Cosa ne era allora delle donne con difficoltà economiche?
· Sottolineava che l'IVG è un atto legato alla sfera di vita privata di una donna, e proibirlo è intrusione nel diritto alla privacy;
· Rendeva l'aborto una materia di portata federale e non più affidata solo ai singoli Stati.


Arriviamo all'oggi. Cosa è accaduto in questi giorni negli States?
Di fatto è stata revocata questa sentenza, riportando gli Stati Uniti negli anni '70 e riaffermando il diritto dei singoli Stati a legiferare in modo preminente in materia. Vuol dire che starà agli Stati e agli attivisti lottare per preservare questo diritto, come si sta facendo adesso in Louisiana, in California e in Florida.
Non solo il rischio è che si torni a ricorrere massicciamente ad aborti clandestini, ma che anche altri diritti vengano messi in discussione come travolti da una valanga conservatrice.
Non dimentichiamo, inoltre, che l'interruzione volontaria di gravidanza non è mai una scelta semplice. Non sempre c'è in gioco l'indisponibilità a diventare genitori (scelta più che legittima e per la quale non si dovrebbe mai essere giudicati), ma concorrono motivi di salute (es. infezioni o patologie contratte in gravidanza o preesistenti), eventuali violenze sessuali patite, situazioni socio-economiche complesse.
Procedere con una rimozione
del diritto all'interruzione volontaria di gravidanza vuol dire nascondere la
testa sotto la sabbia. Non si dovrebbero forse concentrare più energie nella
promozione di una sessualità consapevole? Non dovremmo forse provvedere a
maggiori tutele verso nuclei familiari in condizioni di disagio? Non dovremmo
forse calcolare l'impatto sociale di una gravidanza non desiderata e
incoraggiare una programmazione familiare più consapevole?
Non è tollerabile dare ad una donna (o ad una coppia) la colpa di voler interrompere una gravidanza quando la gran parte del mondo politico se ne frega di educare i giovani alla sessualità e di assistere coppie e famiglie adeguatamente sul piano economico e sociale.
Bene, vi ho detto come la penso. Voi, cosa pensate?
Un abbraccio,
Angela
FONTI
https://www.ilsole24ore.com/art/usa-louisiana-giudice-blocca-divieto-aborto-AEzcGliB
https://www.repubblica.it/esteri/2022/06/24/diretta/aborto_usa_sentenza_corte_suprema_roe_wade-355292369/
https://www.italiachecambia.org/rassegna-stampa/usa-cancellano-diritto-aborto-conseguenze-reazioni/
https://www.raicultura.it/storia/articoli/2020/04/Talidomite-398b435b-f9c7-4bda-9bb4-99bddc2c6929.html
https://www.nationalgeographic.it/storia-e-civilta/2022/06/le-origini-della-sentenza-roe-contro-wade-e-il-futuro-della-legge-sullaborto (stupendo approfondimento!)
Consiglio inoltre la lettura di alcuni miei articoli pubblicati negli scorsi anni su Dol's Magazine: https://www.dols.it/author/angelacarta/