Parlare di lavoro nel tempo libero, davvero?

09.10.2021

Questo post sarà sufficientemente breve, ma spero efficace e funzionale ad una riflessione sul tema in oggetto, spesso trascurato quando si parla di ben-essere o equilibrio.

Chi mi segue sulla pagina Instagram avrà notato che pur avendo iniziato un'attività lavorativa in ambito educativo, sono rari i miei interventi o i miei aggiornamenti in merito. Sebbene all'inizio mi fossi convinta che il motivo era la mancanza di tempo, ho realizzato che - volendo - per delle brevi storie avrei potuto impegnarmi di più. Appunto, volendo. Ho capito di voler condividere sui social solo quanto strettamente legato alla pagina.

Si può dire che abbia scelto di parlare pochissimo di lavoro oltre l'orario di lavoro. Tale scelta deriva da un paio di considerazioni totalmente personali, ma che secondo me possono essere condivise da molti altri professionisti:

  1. Parlare di lavoro anche quando ci si dovrebbe dedicare al proprio tempo libero è un po' come portarsi il lavoro a casa;
  2. Parlare di lavoro oltre l'orario di lavoro dovrebbe essere legato a reali necessità, mentre spesso non si è neanche consapevoli di star trasformando il lavoro in un argomento fisso.

Molte persone potrebbero obiettare che parlare di lavoro, sfogarsi, "fuori orario" risulti benefico, aiuti ad allentare tensioni e stress. Sarebbe vero se dopo quel dialogo i pensieri fossero meno insistenti o vissuti in modo più sereno e consapevole, ma è sempre così? Ovviamente il punto 2. spinge proprio a ragionare in tal senso. 

Sto parlando di lavoro perché voglio lamentarmi oppure perché voglio capire, riflettere sulle cose?
E come mi sento dopo averlo fatto? Sereno/a o ancora turbato/a? Mi porto quel pensiero anche a letto, prima di addormentarmi?

Questo fa una grande differenza. E credetemi, anche io cado ancora in questa trappola.

Dunque, parlare di lavoro oltre l'orario di lavoro deve essere uno strumento utile, e non trasformarsi in una gabbia da cui poi non si riesce più ad uscire. 

Il nostro equilibrio dipende anche dalla nostra capacità di dare importanza a ciò che davvero conta in un determinato momento. E questo vale anche per la tentazione di leggere mail o messaggi sui gruppi Whatsapp a fine turno. Chiaro, ci sono situazioni (mi auguro per voi rare!) nelle quali ci è richiesto di restare connessi alla realtà lavorativa anche la sera. Nessuno dice che si debbano ignorare comunicazioni importanti, tuttavia è rispettoso verso noi stessi almeno rispondere a quel messaggio senza interrompere un'attività importante - come la cena, il saluto appena rientrati, o il momento in cui si va a dormire - e riservarsi di farlo ad attività conclusa.

E voi? Cosa ne pensate?

© 2020 Angela Carta. Tutti i diritti riservati.
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