L'ascolto attivo in breve

19.03.2021

Vorrei vi fermaste un attimo a pensare a quante volte vi è capitato di parlare con qualcuno e ritrovarvi all'improvviso persi nei vostri pensieri.

Ok, lo ammetto: a me è capitato moltissime volte. Credo anche a molti di voi.

Non giudichiamoci, è normale che accada. L'uomo passa la gran parte del proprio tempo a pensare ad un'infinità di cose: "cosa mangerò a pranzo?", "riuscirò a risparmiare abbastanza per quel progetto?", "vorrei perdere qualche kg..." e così via. Abbiamo diverse preoccupazioni e responsabilità quotidiane. Non dobbiamo sentirci in colpa se la mente vaga e ci distraiamo.

Tuttavia è giusto sapere che se migliorassimo la nostra capacità di ascoltare davvero gli altri, le nostre relazioni sociali ne trarrebbero un gran beneficio. E non solo, dal momento che ascoltare nel modo giusto ci rende più aperti all'apprendimento (e infatti molti studi si concentrano sul potenziamento di questa skill in ambito scolastico, non solo negli studenti ma anche negli insegnanti).

Torneremo in futuro sulle strategie utili per migliorare la propria attitudine all'ascolto, ma vorrei ora spiegarvi cosa sia l'ascolto attivo

Inizio col dirvi che il 45% del tempo che utilizziamo nella comunicazione implica l'ascolto (Yıldız, Okur, Arı, &Yılmaz, 2003), il che indica che l'ascolto è di fatto un'abilità linguistica, una componente della comunicazione interpersonale; è comprensione di gesti, parole e talvolta pensieri. Citando Canpolat M. e colleghi "active listening is a cognitive process involving an array of intellectual behaviors (...)".

L'ascolto, se concreto, ci consente di intercettare bisogni e di comunicare emozioni (oltre che comprendere meglio quelle degli altri). Quando prestiamo agli altri il nostro orecchio stiamo dicendo loro che ciò che hanno da dire importa, ma che soprattutto loro - in quanto persone - contano.

Vediamo alcune delle caratteristiche dell'interazione basata sull'ascolto consapevole:

  • Si è realmente presenti (il che vuol dire... concentrati, e per fortuna ci sono moltissimi esercizi che possono aiutare a potenziare questa caratteristica!);
  • Si pongono domande e ci si dimostra curiosi (il che è utile a capire se tutto ciò che è stato detto è chiaro);
  • Si crea (evitando imbarazzi) contatto visivo con l'interlocutore, o si annuisce quando si è d'accordo, ad esempio. Bastano piccoli segnali del corpo per rispondere attivamente ad uno stimolo. Ma attenzione, perché anche il linguaggio non verbale dell'altra persona va compreso e osservato (con discrezione, possibilmente)!

Ascoltare attivamente vuol dire non temere di non capire e di non farsi capire; vuol dire non dare per forza consigli o avviare articolate risposte, soprattutto quando chi è di fronte a noi ha un disagio che sente solo il bisogno di esprimere.

Lavorando sulla propria capacità di ascoltare si scoprirà presto di esser più padroni delle proprie emozioni, di essere più sensibili, "emotivamente maturi (...) e meno autoritari" (Rogers, Farson, Gordon Training International, 2007).

Al prossimo post,

Angela

Fonti

Canpolat, M., Kuzu, S., Yıldırım, B.,& Canpolat, S. (2015). Active listening strategies of academically successful university students. Eurasian Journal of Educational Research, 60,163-180 Doi: 10.14689/ejer.2015.60.10

Newman R.G, Danziger M.A., Cohen M., Communication in Business Today, Washington C.C. (Heath and Company), 1987, citati da Rogers C. e Farson E. R., Gordon Training International, 2007

Siegel R. D., Qui e Ora - Strategie Quotidiane di Mindfulness, Erickson, Trento, 2012 (ristampa 2019)

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